Quella vecchia Moleskine


Rimasi perplessa di fronte a quelle pagine giallastre. La scrittura era la mia, non c’era dubbio alcuno. I fatti li ricordavo bene, i pensieri meno. Era questo il senso di quel continuo appuntare, di quella zavorra cartacea che mi seguiva ovunque. Era il modo migliore per non lasciar morire i ricordi.
Rilessi quella sfilza di frasi dal sapore finto adolescente, chiedendomi ancora quale potesse essere il grado di sincerità che la Julie di allora avesse messo nello scrivere cotante cazzate. Eppure non era passato che un anno, o poco più, e già stentavo a credere alle mie stesse parole.

venerdì 11 febbraio 2011

Nine Months Later

Caro Diario,
pomeriggio mi ha scritto che voleva che andassi da lui, ci sarei anche rimasa a dormire, con piacere, ma sapendo quante complicazioni possono sorgere ogni volta che ci vediamo gli ho chiesto "non è che alle dieci di notte mi ritrovo sola e depressa per strada senza la forza per tornarmene a casa? C'è la possibilità che qualcuno possa infrangere il desiderio di stare assieme questa notte?" 7 miei messaggi dopo mi comincia a dire di non venire, che la casa comunque non era libera allora ho capito, forse si burlava di me.
Ma può essere?
Non lo so più che devo pensare, mi viene da immaginarmi, ma stavolta invece di fare la solita scema che stravolge i propri impegni per mettere davanti ad ogni cosa LUI, ho continuato la mia vita, deve studiare, è sotto esami; io invece devo lavorare, il momento di crisi economica si sta facendo sentire pesantemente. Comunico sempre dopo le sue mille scenate i miei spostamenti, almeno così non mi rompe con millemila messaggi che manda solo per distrarmi e per essere al centro dell'attenzione.
Dopo una chiamata con addebbito che mi ha fatto mentre lavoravo (ed il mio imbarazzo perché non sono abituata a certe chiamate mentre sono con fornitori, soci o clienti), ho dimenticato di mandargli un sms per dirgli che rincasavo, ma glie l'avevo detto durante la telefonata che sarei tornata di lì a poco. SMS normalissimo dopo cena e alle undici (ovviamente ore di silenzio radio, perché io penso stia studiando ed è senza credito) il mio ovviamente si è tramutato nella sua ennesima scenata, perché non mi sono fatta sentire per due ore e mezzo! Che dovevo rispondergli? Avrei voluto dirgli mille cose qualcuna anche brutta, ma per amore mi sono astenuta. Mi ha fatto capire a mezzanotte che voleva che lo richiamassi, era evidentemente solo a casa, non solo per il tono, ma anche per il volume delle invettive contro di me. Contro al fatto che secondo lui ho preferito starmene su FB invece che chiamare lui!!! Ma perché il suo egocentrismo non gli fa capire che ci sono momenti in cui magari uno non vuole disturbare o deconcentrare? Perché non vuole capire che ci sono momenti in cui magari si ha bisogno di altro? O c'è l'abitudine a fare altro o si da per scontato che l'altro sa che sei tornata a casa, visto che glie l'hai detto pochi minuti prima a voce?

È passato così il nostro nono mesiversario, con la proposta di vederci che da lui è partita e che da lui è stata ritirata in meno di un'ora; con le sue urla e con la mia amarezza, perché non sopporto i suoi capricci, capricci che mi mancheranno per questi tre giorni di quasi totale silenzio radio in cui sarà a casa, ipercontrollato dalla sorella pazza (a quanto dice) che non approva il nostro rapporto e che lo tiene sotto scacco. È passato così anche questo mese, ci siamo visti praticamente niente, ci siamo parlati men che meno ed io resto sola con il mio amore e con le sue frasi dolci che mi incoraggiano a tenere duro. Vorrei che tutto cambiasse, ma mi sento confusa, sto forse sbagliando ad amare più lui che "quasi" me stessa, caro diario. Dovrei fare la voce grossa, ma mi fa troppa tenerezza quelle rare volte che riesco ad incrociare il suo sguardo ed i suoi occhi dolci da furbetto.

Vorrei solo la mia amica lontana ed una bottiglia di martini per annegare i brutti pensieri ed intossicarmi di nicotina prima di sprofondare in un sonno che non riesco a trovare più.

sabato 5 febbraio 2011

L'anno del coniglio

Domanda: Come fa una ragazza, che salta ad occhi spalancati nella tana di un coniglio precipitando nel caos, ad uscirne fuori non cambiata?
Risposta: Non ce la fa.
La seconda notte passata in un diluvio di lacrime; non mi è bastato festeggiare ieri il sabba, il novilunio, il capodanno cinese e l'anno del coniglio, con qualche persona a me vicina, per riprendermi, tante candele ed un bicchiere di vino.
Ecco a te, mio caro diario la risposta alla domanda: "Ma Julia... che fine ha fatto?". Non ce l'ho fatta è questo, mio caro diario, o comunque non sento di riuscire a farcela. L'ultimo exploit del mio ragazzo mi ha devastato. Era stata una mattinata carina ed appassionata, suvvia, desiderata da un mese quasi, ce l'avevamo fatta, io a tenergli la mente occupata, mentre facevo lo slalom sull'autotrada, mandando sms per lottare contro il suo mal di mare, manco stesse combattendo contro i marosi dell'Atlantico su di una zattera! Mi vergognerei se fossi in lui, ed invece no, lo accudisco a rischio stesso della mia vita.
La mattinata era trascora veramente bene, non c'era stata l'ombra di una benché minima discussione, ero contenta e tranquilla lo stavo riaccompagnando al molo e lì l'ennesima tragedia: qualcuno di sua conoscenza che non doveva sapere che era venuto "di quà", scenata di isteria e di disperazione e quella frase che mi ha perseguitato e mi perseguita tutt'ora: «Spero che non sia un bacio d'addio».


martedì 1 febbraio 2011

Indipendentemente

Indipendentemente da quello che avrei dovuto scrivere, sono contenta che tu non abbia varcato il mare, c'è una tempesta proprio fuori dalla mia porta, non si vede nemmeno la riva opposta, quella dove sei tu.
Anche oggi non ci siamo visti, ma sono più serena.

In realtà gongolo, ma non perché non ci siamo visti, ma perché stasera ho fatto la gelosa e tu eri impacciato come uno scemo, parlavi a voce altissima e ti imbarazzavi, ho trovato un vecchio blog in cui qualcuno parlava di cose che non sapevo e che non mi avevi mai raccontato. Ti ho chiesto spiegazioni e ti sei messo sulla difensiva, beh dai... conoscendoti è anche normale.
Sei un furfante! Ma io lo dico in senso buono, anzi lo scrivo, di nascosto, perché se te lo dicessi salteresti su tutte le furie.

lunedì 31 gennaio 2011

Sentirsi una merda oggi

sms tra punto e virgola
Virgola: perché si è messo a piangere?
Punto: Perché non ce la facevo più e gli ho detto che mi sento sola ed abbandonata, che pare che me lo fa a posta che succede la fine del mondo ogni volta che provo ad organizzarmi per vederlo.
Virgola: Hai fatto bene! Non ti fare impietosire, x il momento riservagli un po' di dubbio così rifletterà sul suo comportamento. Adesso come stai?
Punto: Mi sento una merda. Ti sto preparando le 4P Pasta, Philadelfia, Pistacchio e Pancetta.
Virgola: Siii!!! Non l'ho mai magiata!!!

Il paradosso delle coordinate

Erano le 06.47
È passata solo mezzora da quando mi sono svegliata, c'era un cielo che aveva in se tutte le magie d'oriente: la luna turca era un sorriso nel cielo dell'aurora e venere ammiccava splendida portatrice di luce. Ho visto questo spettacolo mentre uscivo di casa con i miei sette gradi e mezzo, un mantello e due maglioni. Per fare colazione nel mio quartiere ho fatto 7 km ed ho visto qualche faccia familiare, ma tu non ci sei, il problema sostanziale è questo. Il paradosso è che se dicessi dove sono e dove sei sembrerebbe che siamo vicini. Tu sei là, in quello che è un inganno d'oriente, verso est, stessa latitudine, a navigare direi che siamo affacciati sullo stesso mare, pochi sono gli stati al mondo che si piegano e si contorcono sullo stesso mare due volte sullo stesso parallelo, ecco l'inganno! E mi manchi. Torno a casa e scrivo, compulsiva, adesso come un tempo, sto vivendo una crisi.